venerdì 9 gennaio 2009

Questo nuovo sa di vecchio di A. G. Fronzoni

"Negli anni del dopoguerra Luigi Einaudi scrisse un articolo sul "Corriere della Sera" nel quale indicava l'uso delle maiuscole come un limite, anzi una malattia degli italiani. Ebbene, malgrado il tempo passato, non sembra che siano guariti (...). Le scritte tutte maiuscole non hanno solo contenuto intimidatorio e antiquato, sono anche un errore: come hanno dimostrato con apposite ricerche gli studiosi di semantica, perdono circa il 15/20 per cento in termini di efficacia di comunicazione, perché essendo mono-tono, provocano una caduta percettiva. Scrivendo invece maiuscolo-minuscolo si conferisce un ritmo alla parola, che dal punto di vista della percezione visiva è la condizione migliore. E non è una scoperta di pochi giorni fa. Questi semplici errori compositivi sono l'ennesimo esempio della sottocultura del Paese(...)". "Uno dei simboli più interessanti, corretti e soprattutto ricchi di contenuti è il cerchio rosso su sfondo bianco della bandiera giapponese: il colore è calibrato, il significato profondo è di un'attualità impressionante, soprattutto se si pensa che è stato realizzato nell'anno Mille e non certo da un tecnico. È stata la geometria, una componente importante, non solo nell'architettura. Mi chiedo perché siano riusciti a farlo i giapponesi mille anni fa e non i nostri partiti oggi. Tutti i simboli presentati hanno inoltre un'altra caratteristica: sono simmetrici. Ma la simmetria appartiene al passato, mentre l'asimmetria è moderna, perché è dinamica, ed un punto fermo per il progettare contemporaneo. Quanto è stato fatto non solo non è moderno: è lo specchio di una società non avanzata". (da LCD, rassegna stampa, giugno 1994)

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